Esattamente un mese fa, il 9 Maggio, Blanco è tornato, con più consapevolezza, dopo un anno di pausa con un nuovo singolo “Piangere a 90”. È una conferma: la canzone funziona, emoziona e colpisce. Il tempo della sua ‘’restaurazione’’ sta arrivando dopo l’incidente a Sanremo.
Blanco sta parlando a Riccardo, è una dedica a sé stesso. In questa ballad, scritta insieme a Tananai e prodotta da Michelangelo, si è spogliato delle sue insicurezze e ce le ha raccontate. Dopo questo periodo di silenzio ha partorito una canzone in cui si alternano diverse fragilità, parlando di notorietà, relazioni intime e pressioni emotive. Perché le emozioni non si possono sottovalutare neanche quando si è invitti. Ci ricorda che, anche quando stai vincendo tutto, quando stai per raggiungere la vetta più alta e rasenti l’invincibile, la meta glorificata, le tue debolezze si fanno avanti, e come scrive lui stesso nel brano “mi hai detto che hai scoperto che si piange anche a 90’’: il significato è ambiguo per certi aspetti, ma con tutti i significati che possiamo associargli ne viene fuori un’efficace riflessione.
Tuttavia un singolo momento gli ha segnato la vita e la carriera artistica. Tutto parte dal Sanremo del 2023, in cui Blanco, nel bel mezzo della sua esibizione col suo inedito “L’isola delle rose”, ha avuto problemi tecnici che non sono stati risolti subitamente. Ha seguito la coreografia del pezzo, che prevedeva in un primo momento di colpire qualche rosa, ma la situazione, poi, è degenerata: i calci alle rose, dettati dallo sfogo, si sono rivelati un gesto impulsivo, forse immaturo. L’azione è discutibile, però la gogna mediatica in cui è finito lo è ancora di più. – ‘’non arrabbiarti quel fiore era un pallone’’ (e questo verso potrebbe rievocare proprio l’accaduto a Sanremo).
Da quel momento impazzano i social: da Morandi, diventato un meme con la scopa che ripulisce il palco, all’ondata di insulti contro Blanco. Non sono bastate, successivamente, le sue scuse. È stato condannato da un pubblico rancido, che non ha fatto altro che sgonfiare la creatività di un ragazzo. Lo hanno trovato diseducativo, a tratti spregevole. Inoltre non hanno avuto limiti nei commenti, un’escalation di insulti lo ha travolto. A volte le condanne popolari sono le più amare; i social, soprattutto, sono un tribunale che sta sempre di più rafforzando la propria corte. E noi siamo parte di questo sistema: abbiamo messo in un angolo la passione e la vena artistica di un ragazzo di vent’anni – pieno di sogni e di traguardi – per un capriccio dello spettatore moralista. Ci ha rimesso come artista e, soprattutto, come persona per la sua reputazione – ‘’io sono quello che il bello lo calpesta‘’ (continua nel brano così, appunto).
Lo scorso Febbraio Blanco si è affacciato al Festival, avrà forse cominciato a prendere le misure per un nuovo approdo in gara, ma, stavolta, soltanto come firma di tre canzoni: “La cura per me” a Giorgia, “Se t’innamori muori” di Noemi e “Lentamente” assieme a Irama. Carlo Conti ha detto, durante una delle cinque serate, che gli augura di tornarci – e ha detto bene.
Ma serve ancora imputarlo come ingrato? Bandirlo per sempre da Sanremo o da ogni scena musicale? Subito dopo quel Festival ha pubblicato l’ultimo album, “Innamorato”; e ha collaborato con Mina nella canzone “Un briciolo di allegria”. Un pezzo in cui l’amalgama di due artisti, dalle voci singolari e differenti, opposti nel genere musicale e nelle generazioni, ha riscosso un ampio successo, passato però in sordina. Mina ha riposto fiducia in lui. E questo è un altro punto a favore di Blanco; pertanto un talento così puro deve continuare questa carriera.
È riuscito a riprendersi tutto come prima, ma a piccoli passi. Sta, infatti, funzionando sia in streaming che in radio, infilandosi fra i primi posti delle classifiche.
Forse anche la troppa fretta di fare successo, di cavalcare quell’onda, volare e restare in vetta, oltre che essere una missione impossibile, gli è costata cara – ‘’ho toccato il cielo il dito si raffredda‘’ dice, perciò, nella prima strofa del testo. La sua storia sembra un po’ quella di Icaro: ha volato troppo in alto senza accorgersi dei rischi, ma – a differenza del mito – ha saputo fermarsi prima. Blanco ha deciso di prendersi del tempo, di riflettere – ‘’vincere non è destinazione‘’ conclude, infatti, nell’ultima strofa. Questa è la conferma che essere perfetti, o provarci, è una perversione. Questo regalo (questa canzone) l’ha fatto a sé stesso, ma anche a noi. Sarà il suo nuovo punto di partenza.
Carmine è uno studente di lettere classiche, appassionato di lettura, ama la musica in tutte le sue forme.
Gli piace definirsi “ascoltatore onnivoro”: non chiedergli qual è il suo genere preferito.
Il suo sogno è di potere scrivere di musica e spettacolo. E chi lo dice che parlare di musica è frivolo? È sempre uno strumento per leggere la realtà, oltre che per evaderne.
Carmine è uno studente di lettere classiche, appassionato di lettura, ama la musica in tutte le sue forme. Gli piace definirsi “ascoltatore onnivoro”: non chiedergli qual è il suo genere preferito.
Carmine è uno studente di lettere classiche, appassionato di lettura, ama la musica in tutte le sue forme.
Gli piace definirsi “ascoltatore onnivoro”: non chiedergli qual è il suo genere preferito.
Il suo sogno è di potere scrivere di musica e spettacolo. E chi lo dice che parlare di musica è frivolo? È sempre uno strumento per leggere la realtà, oltre che per evaderne.
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