Eurovision 2024

Eurovision 2024, resoconto e pagelle della 68° edizione
Eurovision 2024 pagelle

Eurovision 2024, resoconto e pagelle della 68° edizione

Direttamente dalla Malmö Arena, questa settimana in Svezia si è svolta la più importante competizione musicale europea, l’Eurovision Song Contest. A vincere la Svizzera. Ecco le nostre impressioni sugli artisti che hanno rappresentato le nazioni in gara: 
 
Prima semifinale: 
Silia Kapsis (Cipro) “Liar“: performance da popstar. 17 anni e talentuosa, sia come cantante che come ballerina. Il brano è un po’ troppo europop, su una storia finita male con un bugiardo.
 
Teya Dora (Serbia) “Ramonda“: testo ricco di immagini per la maggior parte di difficile comprensione, sulla solitudine. Ballad che stenta a decollare, al di là della splendida coreografia notturna.
 
Silvester Belt (Lituania) “Luktelk“: inizio “Mahmoodiano” da pop-urban, che poi però si evolve in qualcosa di più interessante, con richiami alla techno e un ritornello con un drop che ti rimane in testa. Testo semplice, in lingua nazionale, sul rimanere uniti in amore anche se non sorge il sole. 7.5 
 
Bambie Thug (Irlanda) “Doomsday blue“: horror, maledizioni e druidi in tutta la bellezza della tradizione pagana irlandese. Una canzone dall’alto tasso carismatico, sia per lo staging da strega, sia per l’effetto alienante causato dallo stacco tra il ritornello horror e le strofe. Il brano è coerente con l’interpretazione, in quanto parla dell’amore e dei pensieri della mente come se fossero una maledizione. 9- 
 
Olly Alexander (Regno Unito) “Dizzy“: al di là di un testo erotico e uno staging che promuove l’amore in tutte le sue forme, una canzone molto mediocre che si confonde in mezzo a tanti brani pop. 4.5 
 
Luna (Polonia) “The tower“: brano medio sulla conquista dei sogni e del potere, senza arrendersi mai. Performance molto scarica e basica, che non valorizza una canzone di per sè anonima. 5- 
Alyona Alyona & Jerry Heil (Ucraina) “Teresa & Maria“: l’ombra della guerra e le difficoltà della vita sullo sfondo di una canzone che parla di fede religiosa. Lasciarsi proteggere da madre Teresa e Maria per ritrovare la luce della vita. Pomposa e pretenziosa. 4.5 
 
Baby Lasagna (Croazia) “Rim tim tagi dim“: atmosfera corsara sia per il vestiario, sia per la performance festosa e magnetica dell’artista. Batterie, cori e un ritornello che non esce dalla testa su un brano che parla del diventare grandi, lasciando le comodità di casa e iniziando una nuova sfida.
 
Isaak (Germania) “Always on the run“: la voce più bella dell’edizione su una coreografia molto semplice ma coerente con il testo, che indaga le oscurità della psiche. Lui davanti ad un falò che illumina i suoi pensieri. Ballad potente dall’alta vicinanza con Lewis Capaldi. Peccato per il poco patriottismo del brano, tutto diremmo tranne che stia rappresentando la Germania.
 
Hera Björk (Islanda) “Scared of heights“: linee melodiche rubate a Demi Lovato e la sua “Sorry not sorry” e un controllo vocale scadente si uniscono a un brano pop sulle paure di innamorarsi. Anonimo. 4- 
 
Raiven (Slovenia) “Veronica“: esibizione dall’atmosfera amazzone, che perfettamente spiega il senso del brano, immergersi nelle acque della notte per trovare risposte e pace. Originale e caratteristica. 7+ 
 
Windows95man (Finlandia) “No rules!” : ci ha trasportato nella dance anni 90. Un po’ “La danza delle streghe” e un po’ “Dragostea din tei” non è nulla di originale. 5.5 
Natalia Barbu (Moldavia) “In the middle“: gran vocalità e strumentista. In mezzo ad alcuni paesi che hanno perso identità, almeno porta sul palco il bel canto lirico dell’est Europa. 6- 
 
Marcus & Martinus (Svezia) “Unforgettable“: a metà tra Backstreet Boys e Daft Punk nello staging, portano pop-elettronico. La coreografia è molto più bella della canzone e cattura con i giochi di colore. 7+ 
 
Fahree/Ilkin Dovlatov (Azerbaijan) “Özunlə apar“: testo dispersivo, ricco di metafore sull’amore e il cielo. Una canzone che rimane irrisolta, a metà tra un uptempo e una ballad riflessiva. Incompleta. 4.5 
 
Electric Fields (Australia) “One milkali (one blood)“: il look faceva ben sperare, per portare un po’ di afro all’Eurovision. E, invece, ci regala una performance macchiata da qualche imprecisione vocale, su una canzone media pop che parla di evasione. 4.5 
 
Iolanda (Portogallo) “Grito“: tralasciando il fascino del portoghese innegabile, si tratta di una canzone che non esplode mai. Promette, promette, ma non realizza l’attesa nemmeno nel ritornello. Il bruciare e la rabbia del brano non si esprimono mai a piena potenza. 5+
 
Tali (Lussemburgo) “Fighter“: inizio impattante in francese per poi nuovamente disperdersi in citazioni, vicine al plagio, di altre canzoni. Il pre rit ricorda tantissimo “Hymn for the weekend” per esempio, ma potremmo andare avanti all’infinito. 4.5 
Seconda semifinale:
Sarah Bonnici (Malta) “Loop“: prova a raccogliere l’eredità di Cipro, dando inizio alla gara con tante cose simili all’esibizione che aveva aperto la prima semifinale. Canzone euro-pop, presenza scenica e tanto movimento. L’effetto è un po’ diverso, forse per il minor carisma dell’artista o forse per la coreografia poco originale. Il testo sulla passione ricco di allusioni sessuali non aggiunge molto alla percezione della canzone. 5- 
 
Besa (Albania) “Titan“: qualche citazione di troppo a Sia c’è stata, sia nel modo di impostare la voce, sia nella tematica del brano che parla di resistenza titanica e armature contro le difficoltà della vita. Questo avrebbe portato a una spersonalizzazione dell’identità albanese, ma il brano si salva grazie alle percussioni e agli strumenti a fiato balcanici presenti nel ritornello. 6- 
 
Marina Satti (Grecia) “Zari“: la Grecia non è mai stata così tanto latin all’Eurovision. Un drop raeggeton da discoteca, ibridato alle sonorità balcaniche con un testo in lingua sulla distanza da una persona cara. Qualche problema di respirazione, ma se si pensa che l’artista è salita sul palco dopo il lutto del padre e con settimane di faringite alle spalle, la performance sarebbe quasi da standing-ovation. 7+ 
 
Nemo (Svizzera) “The code“: in assoluto il migliore fra le due semifinali. Vocals fuori dal comune, che padroneggiano note quasi tenorili, ma anche fraseggi molto serrati. Esibizione caotica e molto sopra le righe, tanto che non avrebbe sfigurato in uno spazio teatrale. La pazzia e la frenesia della performance sono coerenti con un testo che parla di rompere i codici e vivere una vita all’insegna della trasgressione e della follia. 9.5 
 
Aiko (Repubblica Ceca) “Pedestal“: fuoco e fiamme, con un’esibizione ricca di adrenalina che ci distrae molto e valorizza un brano privo di idee. Classico testo pop sul volersi bene e mettersi sul piedistallo, dopo tante delusioni d’amore. 5.5 
 
Slimane (Francia) “Mon amour“: dopo 2 anni vergognosi nei bassifondi delle classifiche, la Francia porta qualità con una ballad che sembra tipicamente italiana. Sia per la nostra tradizione interpretativa molto enfatica e malinconica, sia per il tema della distanza amorosa. Oseremmo dire quasi sanremese. Il finale a cappella, il momento con le torce e la scenografia da tappeto bianco sottolineano come Slimane abbia lasciato un segno.
Kaleen (Austria) “We will rave“: dance elettronica e solitudine amorosa non portano particolare fortuna all’Austria. Molte sbavature vocali e di certo una canzone non tra le più originali del concorso. 5- 
 
Saba (Danimarca) “Sand“: euro-ballad sulla fine di un amore. A parte un bel gioco di luci per valorizzare le interazioni dell’artista con la sabbia, il brano risulta anonimo e molto poco rappresentativo della cultura danese. 5- 
 
Ladaniva (Armenia) “Jako“: tanta tradizione caucasica per un inno al ballo molto fuori dal coro. Largo spazio agli strumenti a corde e a fiato. Il testo fa solo da decoro rispetto al suonato ed è una scelta che abbiamo molto apprezzato per il coraggio. 7.5 
 
Dons (Lettonia) “Hollow“: power ballad sull’imprigionamento in sè stessi con toni dark che si avvicinano al masochismo. Ha avuto molto presa sul pubblico, ma al primo ascolto è risultata molto noiosa e anonima. 5 
 
Nebulossa (Spagna) “Zorra“: testo molto villano, sul sentirsi liberi e disinibiti in amore. Oltre a essere volgare, c’è poca tradizione musicale spagnola e tanta omologazione al pop europeo. Ennesima occasione mancata.
 
Megara (San Marino) “11:11“: bellissime animazioni sullo sfondo, look punk di uno stile incredibile. Peccato che sia la parte più importante a non funzionare, la canzone. A metà fra una band pop-punk commerciale e una alternative rock scadente, facciamo fatica a credere che abbiano battuto Loredana Bertè. 3.5 
Mustii (Belgio) “Before the party’s over“: il dolore che ci attende non appena la festa è finita e dobbiamo a fare i conti con noi stessi. Così prova a raccontarci l’artista in una scenografia molto suggestiva, ingabbiato tra i microfoni. Messaggio che non arriva chiarissimo, come se la canzone fosse carente in qualcosa. 5- 
 
Nutsa Buzaladze (Georgia) “Firefighter“: convince dal lato staging con una grinta da pantera circondata dai fuochi. Meno sul brano scelto, europop sentito ormai in quantità dozzinale anche in questa edizione dell’Eurovision. Nel testo le immagini che richiamano l’incendio e il rinascere di una fenice invece sono interessanti. 6- 
 
5miinust e Puuluup (Estonia) “(nendest) narkootikumidest ei tea me (küll) midagi“: suoni con la Talharpa. La quota no sense di questa edizione. Brano demenziale sulla perquisizione e l’interrogazione di tossicodipendenti. Coraggiosi e borderline. 6
 
Eden Golan (Israele) “Hurricane“: brano attesissimo alla vigilia per via delle vicende sul testo modificato. Il risultato è un’allusione molto lontana alla guerra, intesa come uragano e un inno alla pace non troppo coraggioso. Il risultato è un brano che aveva mille pretese e non ne ha realizzata nessuna. 5- 
 
Angelina Mango (Italia) “La noia“: la conosciamo bene questa canzone. Quest’anno siamo più spagnoleggianti della Spagna stessa. Con una cumbia che pesca molto dall’Africa e dalla Colombia come sonorità. Innegabile come a livello sonoro ci distinguiamo e ci facciamo notare, come dimostra la standing-ovation finale. Inoltre Angelina è un’ottima performer e nelle vesti di principessa afro con vestiti che richiamano il mondo forestale, è semplicemente perfetta. Forse non è la canzone migliore, ma se la puó giocare e punta alla top 5. 9-
 
Gåte (Norvegia) “Ulveham“: tutto ci saremmo aspettati, ma non di certo che la Norvegia portasse un brano rock criptico per buoni intenditori. Interessanti e sottovalutati. 7- 
 
Joost Klein (Paesi Bassi) “Europapa“: brano piacione, che fa di tutto per farsi voler bene. Dall’intro vocalist in cui chiede supporto, al sound da ballo di gruppo per far divertire fino al testo moralista sull’Europa e sulla necessità di unione fra i vari paesi. Originale ma un po’ forzato.
Pagelle della finale: 
  • Unforgettable“(Svezia)
  • Teresa & Maria” (Ucraina) 5- 
  • Always on the run” (Germania)
  • Fighter” (Lussemburgo) 5- 
  • Hurricane” (Israele) 5.5 
  • Luktelk” (Lituania) 5- 
  • Zorra” (Spagna)
  • (nendest) narkootikumidest ei tea me (küll) midagi” (Estonia) 5+ 
  • Doomsday blue” (Irlanda) 9- 
  • Hollow” (Lettonia)
  • Zari” (Grecia) 7+ 
  • Dizzy” (Regno Unito) 5- 
  • Ulveham” (Norvegia) 7- 
  • La noia” (Italia) 9-
  • Ramonda” (Serbia)
  • No rules!” (Finlandia) 5.5 
  • Grito“(Portogallo) 5+ 
  • Jako” (Armenia) 7.5 
  • Liar” (Cipro) 7+ 
  • The code” (Svizzera) 9.5 
  • Veronika” (Slovenia)
  • Rim tim tagi dim” (Croazia) 9 
  • Firefighter” (Georgia) 6- 
  • Mon amour” (Francia) 8- 
  • We will rave” (Austria) 5-

Scritto da: Davide Gazzola

Davide ”Letargo” Gazzola è un giovane appassionato di musica e aspirante speaker. È un membro del team di Pillole di Musica Pop, anche se per definizione non si sente un “esperto”, ma semplicemente un “ossessionato” del Pop.

Scritto da: Davide Gazzola

Davide ”Letargo” Gazzola è un giovane appassionato di musica e aspirante speaker. È un membro del team di Pillole di Musica Pop, anche se per definizione non si sente un “esperto”, ma semplicemente un “ossessionato” del Pop.

Conosci l'Autore

Davide ”Letargo” Gazzola è un giovane appassionato di musica e aspirante speaker.

Categorie

Articoli Recenti

Newsletter

 * Iscrivendoti alla newsletter acconsenti al trattamento dei dati personali ai sensi del Regolamento Europeo n. 2016/679.

Seguici