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Sanremo 2025, le pagelle della finale
Sanremo 2025 pagelle finale

Sanremo 2025, le pagelle della finale

Termina il Festival di Sanremo con tante polemiche per il quintetto finale, che ha visto un rapper, un artista pop e ben 3 cantautori a contendersi la vittoria. Tanti big fuori dalla Top 10 e altri che, partiti da grande favoriti, sono rimasti fuori poco prima dei finalisti:

 

Francesca Michielin: il testo rimane troppo colloquiale, ma musicalmente cattura maggiormente la sua “Fango in paradiso” e ne valorizza la sua vocalità. 6.5

 

Willie Peyote: sociale e irriverente, “Grazie ma no grazie” si candida a tormentone da TikTok. Brano radiofonico destinato a molti passaggi, ma che si esclude dai vari premi tecnici. 6-

 

Marcella Bella: fuori contesto in “Pelle Diamante”, cerca di esprimersi da femme fatale con un brano pop alla Dua Lipa, ma non risulta credibile. 4

Bresh: tanta Genova e tanto amore in “La tana del granchio”. C’è un passionale storytelling ricco di metafore marittime. 7

 

Modà: deludono con “Non ti dimentico”, ballad molto antica che sembra non avere la stessa vena romantica e i guizzi dei grandi successi della band. 5-

 

Rose Villain: ritenta, nuovamente, di fare “Click boom” anche nella costruzione del pezzo senza, però, riuscire nell’effetto a sorpresa. La sua “Fuorilegge” ha poco da dare, se non l’interessante accostamento di un amore dolce al lessico criminale. 5-

Tony Effe: non cambia molto l’opinione su “Damme ‘na mano”. Una ballad costruita per essere sanremese, ma che non viene sorretta da un vero sentimento per la romanità. 3

 

Clara: uptempo urban come tanti la sua “Febbre”, che analizza il carattere altalenante dell’amore. Nel turbinio del Festival si perde nella sua mediocrità. 5-

 

Serena Brancale: dopo averci dimostrato nella serata cover il suo talento, viene ancora più difficile accettare la sua “Anema e core”. Una canzone popolare in dialetto che è una banale dedica d’amore. 5-

Brunori Sas: performance da fuoriclasse nel mondo del cantautorato. “L’albero delle noci” dipinge perfettamente l’amore e la malinconia di un padre che vede crescere sua figlia. 8-

 

Francesco Gabbani: grande performance su “Viva la vita”, riesce a valorizzare le vibrazioni romantico-nostalgiche del passare del tempo. 7

 

Noemi: graffia molto e ben interpreta i sentimenti di “Se t’innamori muori”. Coerente con la sua maturità, rispecchia le incomprensioni di un amore in una fase più avanzata. 7-

Rocco Hunt: esprime la nostalgia per l’infanzia in periferia in “Mille vote ancora”. Un brano che diventa orecchiabile andando avanti con gli ascolti, ma che al Festival è rimasto nella mediocrità. 5

 

The Kolors: esibizione sempre più dark in contrapposizione alla ritmicità di “Tu con chi fai l’amore”. Il carisma di Stash e l’ottima qualità sonora non bastano per salvare un brano che è poco più di una hit estiva. 5.5

 

Olly: con la voce rotta, convince sempre di più la sua “Balorda Nostalgia”. Scrittura semplice, genuina, ricca di immagini tratte dalla vita quotidiana in casa. Arriva dritta al cuore. 9

Achille Lauro: scende sempre di più ad ogni ascolto la sua “Incoscienti giovani”. Rimane interessante la storia di periferia di tanti giovani che trovano nell’amore una via di fuga, ma musicalmente si conferma lineare, senza alcuni guizzi emotivi che aveva avuto la sua lontana parente “Amore disperato”. 6

 

Coma Cose: campioni d’ascolti la loro “Cuoricini”. Dal punto di vista radiofonico non sbagliano un Festival, ma il pezzo è davvero troppo fumettoso e caricaturale. 5

 

Giorgia: sicuramente una delle migliori canzoni del Festival. Soprattutto per l’intelligenza del brano, con il primo ritornello che si apre e si fa accompagnare solo dal piano, e poi un crescendo continuo fino al terzo ritornello molto orchestrale, dove la voce di Giorgia splende definitivamente. “La cura per me” è audace e impattante. 9+

Simone Cristicchi: emoziona sempre la storia del figlio-genitore raccontata in “Quando sarai piccola” dedicata alla mamma, che soffre di una malattia degenerativa. La rivincita della canzone d’autore. 9-

 

Elodie: il suo Sanremo viene rappresentato dal flop di “Dimenticarsi alle 7”. Uptempo club sulla tossicità amorosa, che non ha avuto i riscontri che ci si aspettava. 5.5

 

Lucio Corsi: magnetismo puro, ancora una volta, per la vera sorpresa di questo Festival. La sua “Volevo essere un duro” è grottesca, leggera, teatrale e utile perchè ci insegna ad apprezzare le nostre fragilità. Il tutto condito da influenze a Ivan Graziani e da assoli rock. 9+

Irama: molto meglio la sua “Lentamente”. Cresce di ascolto in ascolto, soprattutto dal momento strumentale in poi. Lui è sempre intenso e riconoscibile, ma da Irama ci si aspetta un brano da vittoria. La ballad, invece, non ha questa potenza per puntare alla gloria. 7-

 

Fedez: travolgente la sua performance in “Battito”. Cattivo, straziato, arrabbiato, maledetto per parlare delle torture mentali che causa la depressione. Il mondo sonoro cresce ad ogni ascolto, tanto da essere primo in classifica negli streaming. 7.5

 

Shablo ft Guè, Tormento e Joshua: gusto raffinato per il retro. “La mia parola” fa cultura, ricordando cosa sia l’hip-hop anni 2000 e R&B. 6.5

Joan Thiele: sofisticata dedica fraterna la sua “Eco”. Con molti richiami al pop di Nina Zilli, colpisce per la grande eleganza e per il grande gusto del brano. 6-

 

Massimo Ranieri: epica e pomposa la sua “Tra le mani un cuore”, in cui dominano gli strumenti a fiato. Il testo ci insegna a preservare un’emozione come se fosse tra le nostre mani. 6-

 

Gaia: ritmata e latina “Chiamo io chiami tu”, si parla di come a volte essere assenti provochi dell’attrazione amorosa. Il continuo stuzzicarsi è al centro di uno dei tormentoni di questo Festival. 6-

Rkomi: non decolla mai “Il ritmo delle cose”, nonostante un buon testo sul trovare equilibrio nel caos. Non sorretto dalla vocalità, è uno dei grandi bocciati del Festival. 4.5

 

Sarah Toscano: forse molto impersonale, è un uptempo che è migliorato con più ascolti. Il mondo dance che culla la nostalgia d’amore “Amarcord”. Radiofonica e teen. 6-

I top di serata:
  • Giorgia
  • Lucio Corsi
  • Olly

 

I flop di serata:
  • Rkomi
  • Tony Effe
  • Marcella Bella

 

Gli outsider:
  • Fedez
  • Brunori Sas
  • Bresh

 

Il tormentone:
  • Coma Cose
  • Gaia
  • The Kolors

Scritto da: Rosaria Vecchio

Rosaria Vecchio, creatrice di Pillole di Musica Pop, un piccolo spazio per gli amanti del pop, dove poter parlare di musica a 360°, senza particolari limiti o censure.

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