Dopo il Tour d’Addio di Elio e le Storie Tese dello scorso 17 Maggio, il Teatro Metropolitan di Catania ha chiuso la stagione con un altro grande spettacolo: stiamo parlando del Testimone del Tempo tour di Red Canzian, in programma lo scorso 22 Maggio. Un lungo viaggio alla riscoperta delle più grandi hits italiane e mondiali che hanno segnato la storia di due generazioni e che l’artista trevigiano ha voluto riproporre in uno stile tutto suo.
Comporre la scaletta di un tour non è mai un lavoro semplice, soprattutto per un artista che vuole raccontare la storia musicale degli ultimi 60 anni. Ma per la sua prima tournee da solista, Red Canzian agisce di “pancia” e diventa il “testimone del suo tempo”: divide lo spettacolo in due tempi, appunto, e dedica la prima parte alle cover che hanno segnato la sua infanzia – e quella di tutti i presenti – e la seconda agli anni d’oro che lo hanno reso protagonista dei Pooh. Nel mezzo di questo viaggio, invece, troviamo i brani del nuovo album Testimone del tempo che entrano in scena solo per marcare ulteriormente la narrazione.
La prima canzone della serata è “Ognuno ha il suo racconto”, hit sanremese che racconta le difficoltà e le avversità della vita:
Ne ho percorsi di chilometri, ne ho scampati di pericoli, sopravvissuto son qui.
Un messaggio che si sposa perfettamente con la storia del cantante trevigiano. La storia di un uomo che, nonostante le insidie della vita, si è rialzato più forte di prima e che, adesso, ha voglia di introdurci in un viaggio. Un lungo viaggio che parte dalla sua infanzia.
Stasera voglio raccontarvi tutta la storia della mia vita e la musica meravigliosa che mi ha accompagnato in questi anni. Voglio partire dall’inizio perché la vita ha questa magia che ogni tanto la fa somigliare ad una favola e come in tutte le favole che si rispettino, vorrei cominciarla con un c’era una volta un bambino che si chiamava Bruno.
Si inizia proprio dal grande Elvis Presley: sul led vediamo un bambino avvicinarsi ad una radio, cambiare le frequenze e ballare sulle note di Jailhouse Rock.
Il pubblico apprezza rumorosamente e l’atmosfera comincia a riscaldarsi.
Si continua con Love me tender, She loves you, Yesterday, Mi sono innamorato di te, Il cielo in una stanza Emozioni, California Dreamin’, Your Song, evergreeen dei più celebri cantautori italiani e mondiali, correlati da una serie di visual, luci ed immagini che vengono proiettate sul led e che servono a tenere alta l’attenzione del pubblico.
Ma poi Red decide di fermarsi un attimo per raccontare gli esordi nella sua prima band. È con i Prototipi (poi Capsicum Red) che il bassista dei Pooh fa le sue prime esperienze, ma anche i più grandi cambiamenti di identità.
Fu da allora, infatti, che Bruno si trasformò in Red e i Prototipi in Capsicum Red.
I Capsicum Red diventarono inglesi perché all’epoca, per fare successo, si pensava che se eri inglese o dicevi di essere inglese avevi più possibilità.
E per celebrare questa profonda trasformazione, Red mette in scena la Danza delle spade di Khachaturian e la Sonata n.8 Patetica di Beethoven, in perfetto stile Capsicum Red. Crea delle perfette interazioni tra All you need is love dei Beatles e Piccola Katy o Shine on you crazy diamond dei Pink Floyd e Parsifal. Tutto questo con il potente sound che lo caratterizza e che trasmetterà, qualche anno dopo, anche ai Pooh.
La prima parte del concerto si conclude con Cantico e i ringraziamenti a Renato Zero, autore del brano.
Ma non è l’unico artista ad essere chiamato in causa: nel corso della serata, infatti, Red cita e ringrazia tutti i musicisti che hanno contribuito alla realizzazione del suo ultimo album, come Enrico Ruggeri, Ermal Meta e Miki Porru.
Il viaggio ricomincia dopo una breve pausa.
La seconda parte dello spettacolo è dedicata quasi esclusivamente ai Pooh: Red ci racconta come non sia stato semplice entrare in punta di piedi in una band “orfana” di Riccardo Fogli, ma quanto sia stato essenziale il legame con gli altri componenti, i suoi compagni di avventura.
Non mancano, infatti, i tributi a Valerio Negrini, i retroscena del suo rapporto con Dodi Battaglia, grande amico e paroliere con cui ha condiviso testi, esperienze ed appartamenti.
Si lavorava e si viveva praticamente insieme.
Ma soprattutto non manca la musica che resta scolpita nella storia e nel cuore di tutti i presenti: vengono riproposti brani come Noi due nel mondo e nell’anima, Stare senza di te, Cercando di te, Uomini soli, Chi fermerà la musica. Brani che Red ha saputo reinterpretare magistralmente grazie alla presenza della sua giovane band: la figlia Chiara Canzian (armonica, percussioni e cori), Phil Mer (batteria, percussioni, piano e direzione musicale del tour), Daniel Bestonzo (pianoforte, tastiere, fisarmonica), Alberto Milani (chitarre elettriche) e Ivan Geronazzo (chitarra elettrica, chitarra acustica e mandola).
Red Canzian si è dimostrato un artista eclettico, un abile bassista e un piacevole intrattenitore che ha saputo padroneggiare la scena con professionalità ed eleganza. Un uomo che, nonostante i 50 anni di carriera, continua a regalare anima e cuore ai fans.
Vorrei ringraziare tutti quanti voi per essere venuti questa sera e per avermi regalato tanto affetto. A chi non è venuto, invece, vorrei dire che lo sbaglio più grande lo hanno fatto loro. Su questo palco c’era tutto il mio cuore.
Cosa succederà nel suo terzo tempo non è dato ancora saperci, ma siamo sicuri che Red continuerà a stupirci e a deliziarci con il suo talento innato e la sua giovinezza musicale.
Il “Testimone del tempo tour“ proseguirà fino alla fine del mese e si concluderà il 27 Maggio al Teatro Arcimboldi di Milano.
Si ringraziano Red Canzian, l’ufficio stampa Parole e dintorni e l’agenzia Punto e a capo per la disponibilità.
Rosaria Vecchio, creatrice di Pillole di Musica Pop, un piccolo spazio per gli amanti del pop, dove poter parlare di musica a 360°, senza particolari limiti o censure.
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