Secondo live di X Factor che, al momento, ci ha regalato grande varietà di generi e ricerca musicale, facilitato dal rinnovamento avuto in giuria e dal clima sereno che si respira rispetto all’edizione precedente:
Francamente: assegnazione completamente sbagliata per lei, sia nella scelta del brano che è “Mi fai impazzire” di Blanco, sia nell’arrangiamento chitarra e voce. Si cerca in ogni modo di dare peso a un brano che, di profondo, ha ben poco. Anche rimanendo nella discografia di Blanco c’erano pezzi che le avrebbero permesso di emergere a livello interpretativo, uno su tutti “Blu celeste”. Le sue qualità da busker sono state ridotte ai minimi termini. 4
PunkCake: con uno switch xilofono-batteria e anche al microfono, cambiano gli interpreti ma non il risultato. Su “Gone Daddy Gone” dei Violent Femmes, coltivano un suono sempre più disturbante e si candidano ad essere un’alternativa alla deriva del punk commerciale. 8-
Patagarri: reinventano e ridanno vita ad un grande successo contemporaneo come “Sw1n60” di ThaSup e Salmo. Tra i contro la gestione del fiato e dei fraseggi, non essendo abituati a confrontarsi con il mondo hip-hop. Mentre tra i pro la qualità del suonato e di tutta la messa in scena tra cori e luci blu che creano l’atmosfera jazz. 8
Lowrah: porta un suo cavallo di battaglia come “Man down“. Riesce ad interpretare alla perfezione il profondo significato di denuncia sociale della canzone. Si prende l’onere di rappresentare molte donne, che in condizioni estreme sono costrette a difendersi ad ogni costo, in quanto non protette dalla giustizia. Non rinuncia al mondo da performer, tirando fuori una coreografia semplice, ma dall’impatto immediato. 9
Lorenzo: versione molto particolare di “100 messaggi” di Lazza, con un arrangiamento dark pop che porta ad un finale strumentale. Non sembrava pienamente a suo agio con la tonalità del brano ed è stato schiacciato dalla distanza di genere. 6-
El Ma: riesce a sopperire alle problematiche vocali avute in settimana con “Try” di Pink. Rimane, tuttavia, bloccata a livello performativo, risultando spaesata sul palco, nonostante una coreografia fatta ad hoc. Nel cantato, inoltre, pur intonando bene, risulta molto meccanica nelle linee melodiche, non dando dinamica allo sviluppo della canzone. 5.5
Les Votives: sporcano “Sign of the times” di Harry Styles, facendole fare un ponte dal pop al rock. Solo l’assolo finale potrebbe valere una standing-ovation, ma in aggiunta c’è anche un arrangiamento in pieno stile Prince ed un’interpretazione graffiata fino allo struggimento. 10-
Danielle: prosegue il percorso cantautorale, portando un capolavoro come “Lugano addio” di Ivan Graziani. Interpreta un brano ricco di riferimenti socio-politici ad un periodo storico ben preciso. La difficoltà era altissima, soprattutto nel tentare di renderla accessibile al pubblico. Lui lo fa scegliendo la strada dell’eleganza, rimanendo fermo sul palco ed ancorato all’asta. 7
Mimì: un dialogo per spronarci interiormente, quello di Karen Dalton, in “Something on your mind“. Mimì lo vive con attitudine blues, e riesce in ciò che aveva fallito nella prima puntata, graffiare l’anima anche fuori dalla comfort zone. 8+
Pablo Murphy: criticato per essere troppo teenager, si confronta con i toni oscuri dei Killers. La sua versione di “Mr. Brightside” è molto sentita, a tratti teatrale nel cercare le telecamere. Riesce, però, nell’intento di rendere più viscerale il suo modo di interpretare, questa volta facilitato da un’assegnazione azzeccata. 7
The Foolz: ci avevano sorpreso la scorsa puntata con Salmo, questa volta son costretti ad osare di più in “I was made for lovin’you“. Forse il peso di interpretare i Kiss, forse la difficoltà vocale o la poca confidenza con l’inglese, li ha portati ad underperformare. 5
El Ma: arrabbiata e densa in “Vampire” di Olivia Rodrigo. Si lascia andare e ruggisce anche nello staging, come se la condizione di precarietà l’avesse stimolata a superare le sue barriere. Un ottimo segno di personalità. 7
Pablo Murphy: si cimenta con “Another day in paradise” di Phil Collins, ma non riesce a dare nulla al brano, restituendoci di conseguenza una cover piatta e scolastica. 5-
Manuel: sempre con degli spunti costruttivi, riesce ad individuare i punti deboli di ogni concorrente per poterli spronare. Ma sa anche valorizzare e sottolineare i pregi. Scuote Mimì con scelte ricercate, proponendole un percorso stimolante. Libera da ogni catena i PunkCake, permettendo loro di trasgredire continuamente, e rende coerente il percorso cantautorale di Danielle. 9
Paola: dopo la scottatura Dimensione Brama, corregge il tiro su Pablo Murphy, riportandolo verso una discografia più malinconica ed è perfetta nel scegliere il compromesso tra performer ed interprete per Lowrah, optando per Rihanna. Fa tutto correttamente, ma finisce per perdere il secondo concorrente nel giro di due settimane, segno che qualcosa (nella fase di scelta precedente ai live) è andato storto. 6
Jake La Furia: con le punch-lines è il miglior giudice in assoluto. Riesce sempre ad alleggerire i toni, dimostrando ottime capacità televisive. Nelle assegnazioni prova a far emergere la vocalità di El Ma, fallendo, e sbaglia completamente la scelta per Francamente, depotenziandola notevolmente. Sempre buono con gli altri concorrenti, sottolinea troppo spesso l’importanza del valore commerciale che devono avere i ragazzi, rischiando alla lunga di farli percepire come dei prodotti e non più come degli artisti. 6.5
Achille Lauro: showman, a suon di “senato” coinvolge il pubblico nelle presentazioni dei brani. Porta tutti i suoi artisti a riarrangiare e adattare nel loro mondo brani contemporanei. Fa capire di avere ben in mente il percorso da seguire per i suoi ragazzi. Lavora con loro anche fino a tarda notte come un grande professionista. Dimostra di essere un intenditore di musica, di essere molto egocentrico, ma anche di avere un’ottima capacità di stare allo scherzo. In questa seconda puntata è finalmente emerso al massimo delle sue capacità. 10
Davide ”Koda” Gazzola è un giovane appassionato di musica e aspirante speaker. È un membro del team di Pillole di Musica Pop, anche se per definizione non si sente un “esperto”, ma semplicemente un “ossessionato” del Pop.
Davide ”Koda” Gazzola è un giovane appassionato di musica e aspirante speaker. È un membro del team di Pillole di Musica Pop, anche se per definizione non si sente un “esperto”, ma semplicemente un “ossessionato” del Pop.
Davide ”Koda” Gazzola è un giovane appassionato di musica e aspirante speaker.
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