Come ogni anno la rivista “Tv, Sorrisi e Canzoni” pubblica in esclusiva i brani delle canzoni in gara al Festival di Sanremo. Il testo, nell’evento di costume musicale più famoso del nostro Paese, ha sempre svolto un ruolo fondamentale, tanto da avere addirittura un premio dedicato. La lotta al miglior testo per questa edizione sembra più che altro una corsa a 2 fra due cantautori di grande fama. Dopo un’attenta lettura, queste sono le nostre impressioni sui testi delle canzoni in gara:
Achille Lauro: il testo di “Incoscienti giovani” segue molto il suo tipico modo di scrivere. Si parla tanto per immagini, con chiari riferimenti alla filmografia anni ’50. Si tratta di un dialogo verso una lei, che rappresenta la vita di tanti giovani ragazzi cresciuti in ambienti di periferia e di violenza domestica. Il flusso di pensieri porta alla ricerca di una relazione amorosa in grado di dare un senso all’esistenza. Tra i punti forti, sicuramente, il modo di scrivere molto diretto, ma soprattutto nel ritornello, ricco di immagini già abusate dalla notte in Peugeot alla mezza sigaretta dopo un addio.
Frase cult: “L’amore è come una pioggia sopra Villa Borghese.
E noi stiamo annegando, naufragando è un romanzo” Voto: 6
Bresh: il testo di “La tana del granchio” respira di mare e di Genova. E per un cantautore del posto, può essere un ottimo punto a favore. Bresh fa una delle cose più difficili da fare, parlare d’amore in maniera originale. Con i dubbi, il sesso sulla spiaggia e le incomprensioni che vengono racchiuse nelle metafore marittime, come se un’intera canzone stesse dentro la tana del granchio.
Frase cult: “Se il mare si è salato è perché un marinaio ci ha pianto sopra” Voto: 6.5
Brunori Sas: emoziona in tutta la sua semplicità in “L’albero delle noci”. Una dolce dichiarazione d’amore di un genitore per sua figlia. Le umili origini che permettono al padre di apprezzare il valore delle piccole cose, come i momenti e la crescita di sua figlia, il tutto avvolto da una sottile malinconia dovuta al passare del tempo che li distanzia sempre di più. Brunori Sas non diventa mai ideale, ma è sempre estremamente terreno nel descrivere questo rapporto viscerale. Toccante e realistico.
Frase cult: “Io come sempre canguro fra il passato e il futuro.
Scrivo canzoni d’amore alla ricerca di un porto sicuro“. Voto: 9
Clara: la struttura del testo è quella di una hit radiofonica. A blocchi, con frasi spezzate e sconnesse l’una dall’altra alla ricerca dell’orecchiabilità. Non c’è grande impegno nel tentare di personalizzare il dolore amoroso, che viene descritto come una “Febbre” che sale e scende e provoca sbalzi emotivi.
Frase cult: “Corro corro come dentro un bosco.
Dentro questo inferno è più difficile.
Questo amore dimmi quanto costa.
Ti senti un’ombra qua vicino a me” Voto: 5
Coma Cose: il titolo “Cuoricini” è ridondante nel testo, quasi da occupare un terzo di stesura. L’obiettivo è chiaro, creare il tormentone sanremese. A ripagarne è il testo, che non esprime mai a pieno la tematica della noia esistenziale in amore, per due persone che stanno insieme da tanto tempo e che non sono in grado di tenere accesa la fiamma della passione.
Frase cult: “Vorrei svagarmi ma oggi una canzone, dura come un temporale, anche se è molto popolare” Voto: 4.5
Elodie: “Dimenticarsi alle 7” ha un’altra costruzione tipica di un uptempo che punta alle radio. Tuttavia nel testo notiamo maggiore carisma. Sono presenti i tipici elementi che hanno caratterizzato la discografia di Elodie: una figura femminile forte e orgogliosa, passionalità e dolore per una relazione tossica destinata a finire poco prima delle 7 di mattina.
Frase cult: “Ci sei solo tu nella città degli occhi miei.
Se è vero che poi fanno la ruggine, io non voglio più piangere così” Voto: 5.5
Fedez: la forma di dialogo illude che si stia riferendo a una lei con cui ha avuto una relazione malsana. Ma, ben presto, si scopre che questa lei è la depressione. Il percorso è ansiogeno, fra farmaci e momenti di sconforto puro, non esiste un vero e proprio lieto fine. La sua “Battito” è il tormento di una malattia, una tortura a cui bisogna resistere senza una via di fuga.
Frase cult: “Battito accelerato, affronto una guerra da disarmato.
Ho alzato barriere di filo spinato, ma le ho sempre messe nel lato sbagliato” Voto: 7
Francesca Michielin: “Fango in paradiso” è un continuo ritornello. Poco spazio per le strofe che, comunque, stentano ad avere dei guizzi. Viene descritta la fine di un amore dal punto di vista della parte lesa. Lo struggimento per la morte di una relazione in cui si credeva viene espresso con metafore legate alla quotidianità. Tutto questo comporta a poca profondità testuale che, invece, ci saremmo aspettati da un’artista del suo calibro.
Frase cult: “Non mi aspetto niente di sensato.
Come quei cartelli gialli per terra con su scritto
“Attenzione! Il pavimento è bagnato” “ Voto: 5
Francesco Gabbani: “Viva la vita”, almeno a livello testuale, non sembra una delle migliori creazioni del cantautore toscano. L’intero brano poggia su metafore legate al tempo già usate in sue precedenti canzoni. La sua ballad è un tentativo d’insegnare a godersi ogni attimo della vita senza riflettere troppo.
Frase cult: “Insieme due paralisi faranno movimento.
Insieme due romantici alle porte dell’inferno” Voto: 5+
Gaia: si percepisce leggerezza sudamericana, anche solo leggendo il testo. Il ritornello a suon di “Chiamo io chiami tu” oscura il resto della costruzione testuale. Il brano indaga sulla libertà dei sentimenti e sui tentativi di flirtare attraverso le assenze e le attese che ne aumentano il desiderio. Si percepisce tanto disimpegno tematico, forse troppo.
Frase cult: “Come i rami contorti dell’edera, ci aggrappiamo a una scusa ridicola. Stiamo qui ad aspettare. In un limbo infernale” Voto: 5
Giorgia: scritta da Blanco, non si sente in maniera esagerata la sua penna. “La cura” è delicata e parla della paura della solitudine in amore. È un testo in cui si percepiscono i silenzi, ben costruito, ma a tratti troppo aulico e metaforico, tanto che arrivati alla fine della lettura si resta con un racconto di dolore a cui, però, manca un finale curativo.
Frase cult: “Nascondo una lacrima nel mare, ferito.
Voglio andare avanti all’infinito” Voto: 6
Irama: torna ancora con una ballad Filippo Maria Fanti e lo fa con la collaborazione di Blanco nel testo. Il potenziale per lo sviluppo in crescendo della canzone si percepisce già dal costrutto del brano, che sembra essere una scala. Struggimento, impegno vocale e crudezza sono al centro di una ballad che parla di un amore che si sgretola da ambo le parti. Tuttavia sembrano mancare quei guizzi testuali che, invece, avevano caratterizzato per esempio “Ovunque sarai” o “La genesi del tuo colore”. Si va nella direzione di “Tu no” anche per la sua “Lentamente”, con un testo che non sembra essere il piatto forte del brano ma che sarà funzionale al crescendo emotivo dato dalle sonorità scelte.
Frase cult: “È meglio fare l’amore se l’amore è un incendio” Voto: 6
Joan Thiele: una delle possibili sorprese del Festival. La sua “Eco” è un’elegante dedica all’amore fraterno. Non ha particolari momenti d’alta intensità, ma il testo è autentico e si sente che è stato scritto seguendo le vibrazioni sincere di un’emozione.
Frase cult: “E ti giuro se il tempo è una linea che cambia, sarò la tua eco” Voto: 6
Lucio Corsi: irriverente e originale il testo di “Volevo essere un duro”. Uno schiaffo in faccia alla società che pretende in ogni contesto i superuomini. Lucio Corsi ha il coraggio di ammettere le sue fragilità e le sue debolezze e con questa ammissione la vita viene vissuta con maggiore leggerezza.
Frase cult: “Io volevo essere un duro, però non sono nessuno. Non sono altro che Lucio” Voto: 7+
Marcella Bella: un testo che non risulta credibile cantato da un’icona come Marcella Bella. Ci sono tutti gli stilemi del pop-urban con un brano che sarebbe perfetto cantato da Elodie o Annalisa. La figura della femme fatale, indipendente e forte è il tema centrale di “Pelle diamante”. È uno dei casi in cui il testo va dalla parte opposta rispetto alla personalità dell’interprete.
Frase cult: “Pelle come diamante, non mi fa male niente” Voto: 4
Massimo Ranieri: molto aulico, ricco d’immagini epiche il testo di “Tra le mani un cuore”. Massimo Ranieri parla dell’importanza del conservare con cura un sentimento, come se fosse tra le nostre mani. Il tutto viene fatto ricercando immagini poetiche, che però risultano troppo artefatte.
Frase cult: “Se hai tra le mani un cuore, un giorno crollerai” Voto: 6-
Modà: tipico brano malinconicamente romantico, coerente con la passata discografia della band. “Non ti dimentico” è un prodotto legato alla seconda decade 2000 e analizza la fine di una relazione importante. Forse fuori tempo, ma i Modà dal vivo la interpreteranno divinamente.
Frase cult: “Sembravi una canzone che mi squarciava il petto. Un quadro di Kandinsky dove immaginarmi tutto” Voto: 6-
Noemi: credibile anche con una penna molto invadente come quella di Blanco. “Se t’innamori muori” analizza le incertezze di un amore che si fa più maturo, con litigi legati alla diversità di vedute della vita. Un amore viscerale, difficile, che avvicina il dolore subito a quello della morte.
Frase cult: “Qualcuno dovrà perdere, perchè, accettarsi è difficile. Quando non sai qual è la strada da prendere” Voto: 6
Olly: semplice, incisivo, emozionante e diretto. Olly dimostra che basta essere autentici per fare un testo di alto livello. Parla di “Balorda nostalgia”, dipingendo immagini quotidiane di mancanza. Il brano sembra esprimersi con la lingua di tutti coloro che sentono la profonda malinconia di una persona che non è più presente in casa.
Frase cult: “Ridere, piangere, fare l’amore. E poi stare in silenzio per ore” Voto: 8-
Rkomi: “Il ritmo delle cose” sfrutta la struttura da uptempo urban per parlare di quiete nel caos. Basato su contraddizioni e ossimori, il nucleo del brano è interessante, ma manca un vero e proprio epilogo.
Frase cult: “Quante cose distruggiamo costruendo, è un violento decrescendo” Voto: 6-
Rocco Hunt: a metà tra italiano e dialetto napoletano il testo di “Mille vote ancora” è a mezzavia fra malinconia dell’infanzia e denuncia al degrado delle periferie napoletane. Attraverso immagini decadenti, Rocco Hunt ricorda con amore il passato nei sobborghi. Trovando la felicità nei momenti familiari e in quelli fraterni, nonostante a livello economico non andasse bene.
Frase cult: “Rimpiango anche le cose che odiavo, le stesse che mi hanno fatto andare via” Voto: 6.5
Rose Villain: citazione a Mia Martini in “Fuorilegge”. Titolo ingannevole, non si tratta di un brano urban gangsta, ma di un pezzo dolcissimo sull’amore. Interessante il binomio fra il tema criminale e quello sentimentale, tuttavia in molti frangenti poteva essere sviluppato in maniera più incisiva senza cadere in molte banalità.
Frase cult: “Se pensarti fosse un crimine, stanotte io sarei fuorilegge” Voto: 5.5
Sarah Toscano: la giovane vincitrice di Amici parla di nostalgia amorosa attraverso la parola “Amarcord”. A parte qualche richiamo alla lingua francese, il testo non ha grandi spunti, anzi a tratti è troppo adolescenziale. La tematica amorosa viene sviluppata in maniera acerba e superficiale.
Frase cult: “Di una vie en rose come Édith Piaf non mi rimane niente” Voto: 4.5
Serena Brancale: abituati alla sua eleganza nel mondo Jazz, sorprende in negativo Serena Brancale. “Anema e core” ha il costrutto di un pezzo urban popolare. In parte in dialetto, il testo è privo di qualsiasi significato. È una semplice dedica d’amore che prende spunto dagli ultimi successi radiofonici sulla scia di BigMama.
Frase cult: “L’eleganza viene dal basso,come il jazz” Voto: 4-
Shablo (Guè, Tormento, Joshua): “La mia parola” nasce con l’intento d’essere un tributo alla cultura hip-hop. Ma finisce per essere un agglomerato di stereotipi triti e ritriti in ogni pezzo rap: rivalsa sociale, ostentazione e legame con la strada. Una street song come tante altre nel nostro panorama musicale.
Frase cult: “Brucerò fino alla fine chiuso tra cemento e smog” Voto: 5
Simone Cristicchi: incanta, con la dolce e straziante “Quando sarai piccola”. Il crudele gioco delle parti che porta il figlio, man mano che il tempo passa, a diventare genitore di sua mamma a causa di una malattia degenerativa che la porta a scordarsi tutto. Una lettera d’amore profondo, di un figlio che restituisce tutto l’amore ricevuto prendendosi cura del genitore, affrontando con lei il mostro che l’ha colpita.
Frase cult: “E sembrerai leggera come una bambina sopra un’altalena. Preparerò da mangiare per cena, io che so fare il caffè a malapena” Voto: 10
The Kolors: brano da hit estiva, più che da Festival di Sanremo. Sono sicuramente la quota Festivalbar di questa edizione. Ritentano l’operazione dello scorso anno, con un brano il cui testo è quasi ininfluente rispetto al ritmo. “Tu con chi fai l’amore” è un insieme di momenti libertini, tra fughe a PortoRico e attese a Mykonos, si parla di sentimenti e di passione.
Frase cult: “Tutte le storie sono uguali e te lo dico, c’è sempre uno che se ne va da Roma a Portorico” Voto: 5
Tony Effe: operazione per pulirsi l’immagine la sua “Damme ‘na mano”. Le ha tentate tutte per costruire il perfetto pezzo sanremese: ballad romana in dialetto, citazioni a Venditti e Califano, ribaltamento delle parti con la donna che alza le mani nelle litigate e tanto romanticismo fra le strade di Roma. Non c’è un verso in cui risulti credibile quello che sta cantando. Il classico esempio di come sia scrivere ad hoc un brano basandosi solo sulla location in cui lo si presenta. Il risultato è un prodotto artefatto e ipocrita.
Verso cult: “Io non soffro per te, non so fare l’attore. Sono pronto a sbagliare come un uomo d’onore” Voto: 3
Willie Peyote: ha il grande pregio d’essere l’unico a parlare di sociale in questo Festival con la sua “Grazie, ma no grazie”. Al centro c’è l’ignoranza e l’ipocrisia del cittadino medio italiano. Rinchiuso nelle sue false buone maniere, nei giusti comportamenti e nella sua gabbia sociale che si auto-impone, finisce per diventare un’ombra opaca di sé stesso.
Frase cult: “E quanto va di moda il vittimismo di chi attacca ma dice che si difende. C’è chi dice non si può più dire niente, poi invece parla sempre, almeno sii coerente” Voto: 7+
Davide ”Koda” Gazzola è un giovane appassionato di musica e aspirante speaker. È un membro del team di Pillole di Musica Pop, anche se per definizione non si sente un “esperto”, ma semplicemente un “ossessionato” del Pop.
Davide “Koda” Gazzola è un giovane appassionato di musica e aspirante speaker. È un membro del team di Pillole di Musica Pop, anche se per definizione non si sente un “esperto”, ma semplicemente un “ossessionato” del Pop.
Davide ”Koda” Gazzola è un giovane appassionato di musica e aspirante speaker.
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